Descrizione e coltivazione della pianta
L’Achillea millefolium, conosciuta anche semplicemente come Millefoglio o Erba formica, è una pianta erbacea della famiglia delle Asteracee che cresce selvatica nei pressi delle zone incolte e nelle vicinanze dei fossi. Ha un’altezza massima di 50 centimetri, produce fiori piccolissimi di colore bianco, frutti cuneiformi e foglie lunghe e frastagliate.
Per coltivare l’achillea è sufficiente porre i semi in un terreno ben drenato, povero di sostanze organiche e ben esposto alla luce del sole. Si tratta infatti di una pianta che necessita di poche cure e attenzioni e fiorisce sia in primavera che in autunno. Dove si trova? L’achillea biologica secca può essere acquistata in erboristeria. Scopriamo adesso a cosa serve e in quali circostanze il suo utilizzo può rivelarsi davvero utile per la salute.
Le proprietà terapeutiche di fiori e foglie
L’achillea è nota in campo erboristico e farmaceutico per via delle sue importanti virtù officinali. Grazie ai tannini in essa presenti è sfruttata per la cura di diversi disturbi dell’apparato digerente, urinario e cardiocircolatorio. Gli estratti ottenuti dalle foglie e dai fiori permettono di alleviare infatti diversi problemi tra cui diarrea, colite, cistite, cattiva digestione, sanguinamento gengivale, epatodistrofie e ipertensione. L’achillea vanta anche proprietà ricostituenti, balsamiche, colagoghe e depurative.
Come l’artemisia anche questa pianta è molto utile per trovare sollievo da bronchite catarrale, dolori mestruali e spasmi muscolari. Per quanto riguarda invece le controindicazioni basta evitare l’uso di questa pianta in gravidanza e allattamento e in concomitanza con terapie anticoagulanti. Tra gli effetti collaterali vi è invece la possibilità, se usata in dose eccessive, di rendere la pelle sensibile al sole.
L’achillea non è una semplice erba medicinale. Il suo impiego trova infatti largo spazio anche in ambito gastronomico dove viene sfruttata per la preparazione di marmellate e di diversi tipi di bevande tra cui succhi, liquori, birre e tisane. I decotti all’achillea, essendo antinfiammatori, tonici e disintossicanti, contribuiscono a ridurre la febbre e a purificare il sangue. Il loro consumo viene consigliato anche alle donne in menopausa poiché permette di placare la vampate e l’irrequietezza dell’umore. Alcuni assegnano a questa pianta anche un ruolo di supporto nel trattamento dell’osteoporosi.
Le applicazioni cosmetiche di oli e tinture
Dal punto di vista cosmetico l’achillea è conosciuta per le sue proprietà astringenti e purificanti. Può servire quindi per la realizzazione di impacchi, detergenti, scrub e maschere viso con le quali contrastare macchie e punti neri.
Per via del suo potere leggermente schiarente, l’olio essenziale di achillea è impiegato anche per la cura e la bellezza dei capelli biondi; è indicato anche in caso di grassezza del cuoio capelluto e di forfora. Se usato invece sulla cute stimola il microcircolo sanguigno ed è per questo un validissimo sostegno in caso di vene varicose, gonfiore, stanchezza e indolenzimento alle gambe.
Notevolissimi sono anche i benefici che questa erba è in grado di apportare alla pelle in presenza di ferite, edemi e piaghe. Come la calendula aiuta infatti a cicatrizzare l’epidermide e si rivela perciò un ottimo ingrediente per la preparazione di unguenti ad azione riparatrice. È inoltre emolliente e nutriente e può essere applicata dunque anche in caso di pelle secca e screpolata. Se impiegata come oleolito o come tintura madre può essere sia massaggiata sulla pelle che utilizzata per uso interno.
Un infuso per gli amici a quattro zampe
Gli infusi all’Achillea possono essere assunti come soluzioni depurative e antisettiche anche dagli animali domestici. Realizzarli in casa è davvero molto semplice: basta infatti lasciare macerare 3 grammi di foglie in 100 ml di acqua. La dose consigliata, da somministrare due volte al giorno, è di 30-75 ml per i cani e di 10 ml per i gatti.
Leggende e curiosità storiche sull’Achillea
La leggenda narra che il primo personaggio a scoprire le proprietà curative dell’Achillea fu il saggio Chirone. Costui le illustrò a sua volta all’eoe greco Achille (dal quale deriva appunto il nome di questa pianta) ed egli le sfruttò per guarire le ferite ricevute sui campi di battaglia.
Le foglie di Achillea furono impiegate anche da Gesù per bendare e curare una ferita del padre. Da alcune ricerche archeologiche è emerso inoltre come già l’uomo di Neanderthal si cibasse di questa pianta. Sia in Europa che in America essa è infine nota da tempi antichissimi come cicatrizzante naturale.