Quando si parla di salute e depurazione del fegato, in fitoterapia il primo riferimento diventa il cardo mariano. Le virtù di questa pianta sono note fin dall'epoca romana.
Hai necessità di rigenerare il tuo organismo, per esempio dopo un periodo di eccessi alimentari? Grazie a uno dei suoi componenti attivi, la silimarina, il cardo mariano è quello che fa per te!
Questa pianta, infatti, rinnova i tessuti del fegato e lo libera da scorie e tossine. Inoltre, si dimostra un valido aiuto anche come tonico e decongestionante per tutte le patologie più lievi che interessano l’organo. Può contribuire a proteggere il fegato da stress ossidativo e processi infiammatori.
Scopri quali sono le sue proprietà benefiche per la salute, come assumerlo, come utilizzarlo in cucina e quali sono le possibili controindicazioni.
Conosci la pianta: dalla leggenda alla botanica
Il cardo mariano appartiene alla famiglia delle Asteracee e cresce spontaneamente in tutto il bacino del Mediterraneo. Le striature biancastre che caratterizzano le sue foglie verdi sono all’origine del nome: secondo una leggenda, sarebbero state formate dalle gocce di latte cadute dal seno della Madonna mentre allattava il piccolo Gesù durante la fuga da Erode.
Benché cresca selvatico in terreni, campi da pascolo e zone incolte, il cardo mariano può essere coltivato a scopo ornamentale e officinale senza particolari difficoltà. Dai suoi semi e dai fiori si ricava un gruppo di sostanze denominato silimarina e costituito da alcuni flavonoidi.
Cardo mariano: un toccasana per il fegato
Il fegato è tra gli organi più complessi del corpo umano ed è responsabile di un’innumerevole serie di funzioni, tutte preziosissime per il nostro organismo. Tra queste, svolge il delicato compito di depurare dalle sostanze tossiche. Assumere cardo mariano come rimedio naturale significa fornire al fegato una batteria di armi supplementari per affrontare agenti tossici quali per esempio alcol, fumo, inquinanti e farmaci.
Grazie alla silimarina e agli altri suoi componenti, il cardo mariano ha funzioni diverse: è antiossidante, antinfiammatorio, disintossicante e rigenerante. Ecco come aiuta il tuo fegato:
- si erge a difesa dell’organo, riducendo l’ingresso di sostanze tossiche come alcol e tossine.
Il cardo mariano modifica infatti le membrane cellulari degli epatociti per impedire che entrino agenti estranei nocivi; - favorisce la sintesi proteica e aumenta l’attività metabolica delle cellule epatiche, stimolandone la rigenerazione;
- grazie alla sua azione antiossidante, trasforma i radicali liberi in composti stabili e non dannosi per i tessuti;
- favorisce la disintossicazione del fegato;
- agisce contro l’infiammazione.
Il cardo mariano aiuta anche nei problemi digestivi che dipendono dal fegato, nelle dispepsie (disturbi gastrici) e nei dolori intestinali.
Sono invece ancora da approfondire pienamente i benefici reali come coadiuvante nella cura della cirrosi epatica indotta dall’abuso di sostanze alcoliche: alcuni studi hanno dimostrato un miglioramento del quadro clinico, altri non hanno evidenziato gli stessi benefici. L’efficacia terapeutica in questi casi, come anche per le epatiti, rimane quindi da valutare.
Sette proprietà per il benessere dell’organismo
L’azione delle sostanze contenute nel cardo mariano non si limita a migliorare la funzione epatica. Ecco altre proprietà straordinarie che possiede:
- È utilizzato come antidoto in caso di avvelenamento di particolari funghi velenosi del genere Amanita.
- Contribuisce a ridurre i livelli di colesterolo e zuccheri nel sangue.
- Rinforza le pareti dei vasi capillari, svolgendo un’azione benefica su circolazione e cuore.
- Contrasta l’azione dei radicali liberi grazie alle proprietà antiossidanti
- Può favorire la regolarità intestinale
- In alcuni casi è consigliato alle mamme in fase di allattamento. Contiene infatti un complesso di fitoestrogeni (flavonolignani) che favoriscono la produzione ormonale e può essere considerato un rimedio naturale per aumentare la produzione di latte (proprietà galattogene).
- Negli ultimi anni, è stato dimostrato che può essere utile anche nel trattamento di diversi tipi di cancro. In particolare, gli estratti possono essere usati per il miglioramento degli effetti collaterali dovuti alla chemioterapia e alla radioterapia.
Tintura madre, gocce o decotto: come assumerlo
Il cardo mariano è facilmente reperibile online! In commercio è possibile trovarlo in varie forme:
- tintura madre;
- gocce;
- estratto liquido;
- estratto secco per decotto o infuso;
- integratore in compresse o capsule.
La dose giornaliera da assumere è molto variabile e dipende dal tipo di disturbo da trattare.
Il cardo mariano in cucina: le ricette
Oltre all’impiego erboristico, il cardo mariano ha un uso alimentare fin dall’epoca romana. Si consumano le radici, il colletto, le foglie private delle spine, i fusti e i fiori. Provalo: è un ingrediente versatile e gustoso per insaporire svariate ricette. Il sapore ricorda molto quello del carciofo, mentre la radice, pulita e sbucciata, è un valido sostituto di rape e carote.
Lo puoi mettere in tavola brasato, stufato o anche impanato, come se fosse una gustosa cotoletta vegan. I capolini possono insaporire un risotto, mentre le foglie possono arricchire un’insalata. Cotte, costituiscono una curiosa alternativa a spinaci e biete.
Un altro suggerimento? Assaggia le coste arrostite o preparate come parmigiana al forno con pomodoro fresco, mozzarella e basilico. Basta privarle della parte più fibrosa prima di metterle in forno o in padella.
Ancora, puoi usare le foglie tritate come ingrediente base per torte salate o ripieno per la pasta (tipo ravioli o cannelloni).
Il cardo mariano è assai popolare in Piemonte, dove viene utilizzato per la bagna cauda.
Ci sono controindicazioni o effetti collaterali?
Il cardo mariano è per lo più ben tollerato, nelle dosi raccomandate, ma può presentare alcuni lievi effetti collaterali, soprattutto nei casi di assunzioni prolungate o eccessive.
È possibile riscontrare:
- effetto lassativo;
- mal di testa;
- senso di pesantezza o gonfiore addominale;
- interferenza con alcuni farmaci (per esempio, statine, antidepressivi e inibitori della proteasi) e con i contraccettivi orali.
Se ne sconsiglia l’uso ai soggetti che soffrono di ipertensione, a causa della tiramina presente al suo interno, e a chi è affetto da calcoli alla colicisti, alla cistifellea o al fegato. In generale, confrontati sempre con il tuo medico prima di iniziare un trattamento fitoterapico.