Alcuni mesi dopo la nascita del nostro bambino, arriva un momento in cui ci accorgiamo che, quando viene portato al tavolo seduto sulle gambe di mamma o papà, appare curioso e vorrebbe afferrare tutto ciò che vede; segue con lo sguardo le pietanze e se ne ha l'occasione prova ad afferrarle e portarle alla bocca: è arrivato il momento di avviare lo svezzamento.

I neogenitori trepidanti ed emozionati per questa nuova avventura che sta per iniziare spesso iniziano a porsi mille domande…

Quando iniziare a introdurre i primi alimenti diversi dal latte? A 5 o 6 mesi? E che succede se temporeggio fino agli 8 mesi? Prima la frutta a merenda o meglio iniziare dalle pappe? Dopo quanto tempo posso introdurre la cena? E il glutine? Quando E quando inserire pomodori e frutta secca? Meglio optare per lo svezzamento classico seguendo uno schema o per un approccio più morbido, evitando rigidità e tabelle?

Risponderemo a questi e altri dubbi non prima di aver chiarito cosa significa la parola svezzamento!

Cos'è esattamente lo svezzamento?

Il termine svezzamento (o divezzamento) è comunemente usato per indicare quella fase della vita del bambino che generalmente inizia intorno ai 6 mesi e si completa quando è in grado di assumere tutti i cibi solidi (generalmente attorno ai 12 mesi); deriva da “vezzo = vizio” e significa “togliere un vizio” che sarebbe quello di succhiare il latte.

In questa fase, caratterizzata dal passaggio da un'alimentazione a base esclusiva di latte materno (o formulato in assenza di latte materno) all'alimentazione che accompagnerà l'individuo nel resto della vita, si prevede che il latte mantenga un ruolo fondamentale, quale fonte di energia e nutrienti di elevata qualità e sia solo gradualmente integrato da cibo solido: per questa ragione, forse, sarebbe più corretto parlare di alimentazione complementare piuttosto che di svezzamento.

Quando e perché svezzare?

I tre segnali per capire quando il nostro bimbo è pronto

L’Organizzazione Mondiale della Sanità (OMS) raccomanda di proseguire con l'allattamento esclusivo fino ai 6 mesi circa, età indicativa in cui si suggerisce di iniziare lo svezzamento dei bambini integrando il latte materno o artificiale con cibi solidi, in modo da soddisfare le nuove esigenze nutrizionali del bambino come l'incremento del fabbisogno energetico nonché quello di ferro e zinco.

Va segnalato tuttavia che non viene indicata un'età precisa e puntuale poiché i segni che indicano che un bimbo è pronto ad iniziare sono legati al livello di sviluppo di ogni bambino e quindi il momento è variabile da bimbo a bimbo.

Generalmente attorno ai 6 mesi il bambino (nato a termine), oltre ad essere naturalmente interessato a ciò che vede mangiare dai genitori, ha anche maturato (nella maggior parte dei casi) tutte quelle funzioni (neuromotorie, digestivo-metaboliche, immunitarie e renali) che gli permettono di stare seduto da solo o con minimo appoggio, di afferrare oggetti/alimenti a forma di manico e portarseli in bocca autonomamente, di masticare alimenti sminuzzati offerti con il cucchiaio ma anche pezzi più grossi di cibo di consistenza semisolida, anche in assenza di denti, prima di deglutirli.

Al di là delle linee guida ecco i tre segni chiari che, parallelamente all'interesse per ciò che mangiano i genitori, indicano che il bambino è pronto:

  1. mantenimento della posizione seduta con minimo appoggio e la testa allineata con il tronco; 
  2. coordinamento occhio-mano-bocca così da poter localizzare, afferrare il cibo e portarselo in bocca da sé come fa con i giocattoli;
  3. perdita del riflesso di estrusione: se così non fosse, quasi tutto il cibo offerto con cucchiaino verrebbe espulso dalla bocca del bimbo e gli colerebbe sul mento.

Sebbene compaiano generalmente tra i 5 mesi e mezzo e gli 8 mesi, ciascun bambino ha i propri tempi pertanto sarà proprio lui ad indicarci quando è pronto a iniziare.

Mai troppo presto, ne troppo tardi...

Un'introduzione troppo precoce del cibo solido è sempre controindicata perché:

  • aumenta il rischio di soffocamento, poiché il lattante non ha la coordinazione e/o la capacità di deglutire cibo solido e presenta il tipico riflesso di estrusione
  • il latte materno rappresenta l'alimento più adeguato a soddisfare le esigenze nutrizionali del piccolo e l'assunzione di altri alimenti può ridurre la sua produzione
  • potrebbe aumentare il rischio di sviluppare allergie, obesità, celiachia e diabete tipo 1 nei soggetti predisposti

Dall'altro lato un'introduzione eccessivamente tardiva (oltre gli 8 mesi) potrebbe:

  • rallentare la crescita del bambino per deficit calorici
  • generare una carenza di minerali in particolare di ferro con conseguente comparsa di anemia
  • favorire un ritardo dello sviluppo della capacità masticatoria e dello sviluppo della bocca con ritardo nel linguaggio

Come svezzare?

Esistono sostanzialmente 3 tipi di svezzamento:

  1. Svezzamento tradizionale: con schema fisso e uguale per tutti i bambini a base di pappe nutrizionalmente bilanciate.
  2. Autosvezzamento o Alimentazione complementare a richiesta (divulgata in Italia da Lucio Piermarini): consiste nell'offrire al bambino cibo della famiglia adattato alle sue capacità masticatorie.
  3. Baby-Led Weaning (svezzamento guidato del bambino): caratterizzato dall'uso praticamente esclusivo delle mani da parte del bambino, offrendo cibo in forma adatta alle capacità prensili del piccolo.

Indipendentemente dal tipo di approccio scelto, tenendo presente di fatto che l'uno non esclude necessariamente l’altro e che ci sono bimbi che preferiscono le pappe e altri che amano il cibo a pezzi, è essenziale che l'alimentazione sia responsiva (responsive feeding) ovvero basata sulla risposta del bambino.

A tal proposito occorre aver chiaro che:

  • I bimbi sanno autoregolarsi perciò al genitore spetta decidere cosa e quando si mangia ma è il bimbo a decidere se e quanto mangiare; date fiducia al vostro piccolo e rispettate i suoi segnali evitando di forzarlo a mangiare o usando il cibo come ricompensa o consolazione. Le tabelle con le grammature possono essere utili a voi genitori per non cucinare cibo in eccesso ma non pensiate che il vostro bimbo debba necessariamente consumare quelle quantità.
  • I rifiuti e la neofobia sono perfettamente normali: il modo migliore per superarli è mangiare con il bambino, dare l'esempio consumandoli in prima persona e proporre i cibi meno graditi ripetutamente nel corso del tempo (familiarizzazione).

Schema di svezzamento - l'ordine di introduzione degli alimenti

Ottima notizia… non solo i bambini sanno autoregolarsi e decretare da soli quanto magiare, ma l'ordine con cui gli alimenti semisolidi e solidi vengono introdotti nella fase dello svezzamento non riveste più l'importanza che un tempo gli veniva attribuita e può variare in base alla preferenza del bambino e alla cultura gastronomica della famiglia!

A lungo si è creduto che evitare alcuni alimenti fin dalla gravidanza, e poi durante lo svezzamento, potesse ridurre il rischio per il bimbo di sviluppare un'allergia e si consigliava ai genitori di ritardare il più possibile l'introduzione nella dieta del bambino dei cibi potenzialmente allergizzanti (come glutine, pomodoro, crostacei etc..) offrendoli dopo l'anno di vita o anche più tardi.

Oggi, a seguito dei risultati di numerosi studi scientifici (datati 2008) si è arrivati a chiarire che non vi è ragione scientifica per far ciò e che non è necessario rispettare alcun calendario di introduzione degli alimenti, né testarli necessariamente uno per volta (salvo che in figli di genitori allergici).

Al bando quindi schemi e rigide tabelle, spazio alla fantasia e creatività utilizzando sempre il buon senso!

(Fonte: Ministero della Salute italiano, nello specifico articolo dedicato)

Le 10 cose da fare per uno svezzamento sereno

  1. Prima di iniziare lo svezzamento partecipa ad un corso di disostruzione pediatrica: imparerai le manovre per gestire eventuali situazioni di pericolo.
  2. Crea un ambiente confortevole e privo di distrazioni: giochi, tv, radio, tablet e cellulari vanno tenuti spenti!
  3. Porta il bimbo a tavola possibilmente insieme a tutta la famiglia, pianifica un menù che sia il più similare possibile e mangia insieme a lui: il buon esempio sarà fondamentale.
  4. Se offri la pappa con il cucchiaino attendi che sia lui per primo ad aprire la bocca e non forzarlo.
  5. Se offri cibi a pezzettini tieni sempre ben presente i corretti tagli del cibo e gli alimenti da evitare per l'alto rischio di soffocamento: puoi scaricare qui il poster con il taglio sicuro degli alimenti.
  6. Proponi un pasto nutrizionalmente bilanciato, quindi comprensivo di un buon apporto di carboidrati raffinati (farina, cereali, pastina, patate, cous cous) e di grassi (olio extravergine d'oliva oppure creme di frutta secca o semi oleosi): aggiungi un piccolo apporto di proteine (a rotazione, legumi, pesce, carne, uova e formaggi) evitando l'aggiunta indiscriminata di formaggio in tutte le pappe - e un po' di verdure (poche, poiché i bimbi non hanno bisogno di troppe fibre).
  7. Osserva il tuo bimbo e i suoi segnali, mantieni il contatto visivo con lui, aiutalo con il cucchiaio ma incoraggialo anche a fare da solo, a sperimentare e a manipolare il cibo… sì anche con le mani!
  8. Fino ai 2 anni limita fortemente l'impiego di sale e/o insaporitori a base di sale come i dadi da brodo o i cibi che lo contengono in alte quantità (prosciutto, formaggi, crackers, patatine).
  9. Fino ai 2 anni limita l'impiego di zucchero e di cibi che lo contengono in quantità (succhi, yogurt alla frutta, merendine, gelati): favoriscono l'iperalimentazione e condizionano la percezione del gusto.
  10. Prosegui con l'allattamento al seno o artificiale fino al termine del 1° anno di vita - ma se tu e il tuo bambino lo vorrete, anche fino ai 2 anno o oltre (Fonte: OMS, Ministero Salute)

Alimenti ed errori da evitare

  • Pochi divieti per quanto riguarda il cibo: fai attenzione ai cibi ad alto rischio di soffocamento (come pomodorini offerti interi, carote a rondelle, mela cruda a pezzetti, gnocchi di patate o mozzarella calda etc.…), evita l'uso di alcolici anche per cucinare, i funghi, il miele (vietato fino all'anno di età per il rischio di botulino), evita l'introduzione di latte vaccino in sostituzione di quello materno o di formula (può essere usato in piccole quantità per cucinare) e l'uso di tè, caffè o bevande gassate contenenti cola.
  • Non forzare mai il tuo bimbo: ricordati, decidi tu genitore quando e cosa proporre ma lascia che sia il piccolo a decidere se e quanto mangiare.
  • Rispetta i suoi segnali e non insistere ma ricordati di riproporre lo stesso alimento più e più volte nel tempo: assecondare le normali selettività non farebbe che aumentarle!
  • Se decidi di iniziare lo svezzamento con pappe cremose cerca di variare le consistenze quanto prima e comunque non attendere oltre gli 8 mesi: il tuo bambino è perfettamente in grado di gestire pezzi ben prima dell'eruzione dei denti e continuare a frullare e/o omogeneizzare tutto potrà rendere più complicata l'accettazione del cibo vero.
  • Non ingannare il bambino distraendolo con tv, pc, tablet o giochi pur di farlo mangiare: non è educativo e alza il rischio di soffocamento.
  • Non creare senso di colpa con frasi del tipo "perché non mangi quello che la mamma ti ha preparato con fatica e amore?", né fare paragoni con fratelli o amici, né insistere troppo o creare ricatti "se non mangi non ti alzi da tavola… non ti alzi finché non hai finito tutto…" o ricompense "se mangi la verdura andiamo al parco giochi".